Dal 31 Ottobre all’11 Novembre, Festa di San Martino, si festeggia il santo gentiluomo noto per il gran gesto del mantello, che lo offrì a un vecchio infreddolito.
Sino a 50 anni fa, era un personaggio studiato anche a scuola, oggi 11 di novembre, data che chiude le celebrazioni dell’antica festa agraria iniziate il 31 ottobre, è diventato un giorno come un altro.
San Martino dona metà del suo mantello al mendicante
Leggenda vuole che Martino, ufficiale romano vissuto intorno al 315 d.C., si trovasse in Gallia nel mese di novembre e sulla sua strada s’imbatté in un mendicante che in quel giorno freddo e tempestoso non aveva nulla con cui coprirsi. Martino prese il suo mantello, con la spada lo tagliò in due e donò la metà al mendicante. Subito la pioggia smise di cadere, uscì il sole e la temperatura divenne più mite. Da allora in questo periodo dell’anno una breve seconda estate ricorda il suo gesto.
Eppure san Martino di Tours, fra i primi santi non martiri celebrati dalla Chiesa, merita un po’ più di attenzione. Una volta anche quella ricorrenza era ritenuta simbolica e legata a tante usanze. Intanto, l’11 novembre cominciava l’attività dei tribunali, delle scuole e dei parlamenti, si tenevano le elezioni municipali, si usava pagare fittanze, rendite e locazioni, venivano rinnovati i contratti agrari, oppure si traslocava, così che ancora oggi si dice “fare san Martino” per alludere a un trasloco.
In molte zone d’Italia il santo era festeggiato con fiere, fuochi e banchetti innaffiati da vino novello, perché “per san Martino ogni mosto è vino”. Vino leggero ma traditore per chi ne abusi, così che in Istria la festa era detta anche “degli imbriagoni”. In Piemonte c’è chi ricorda ancora un proverbio che allude alla tradizione di ammassare provviste alimentari per la festa dell’11 novembre: “Oca, castagne e vin, ten tilt pè San Martin”.
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castagne e vino novello in compagnia
Anche per i più piccoli era festa grande perché il santo, come oggi la Befana, portava loro piccoli doni calandosi dalla cappa del camino. San Martino, fra l’altro, ha il compito di traghettare il passaggio dalla festa celtica e pagana a quella religiosa d’Ognissanti, il 1° di novembre: leggenda vuole che il buon uomo, per diffondere più rapidamente il segno di Cristo, si sia premurato di fare abbattere tutti gli alberi sacri ai Celti. Alla faccia della moderna ecologia.
Nel giorno di San Martino è tradizione festeggiare brindando con il vino novello accompagnato da castagne e caldarroste, viene cantata, per l’occasione, una filastrocca: A San Martino ogni mosto diventa vino.
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