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Acetone nei bimbi

L’acetone nei bimbi è considerato un disturbo “quasi inevitabile” della prima infanzia. Ecco come affrontarlo con semplici rimedi casalinghi.

pappa

Si può definire come un disordine metabolico piuttosto frequente, che interessa la primissima infanzia e che compare soprattutto in concomitanza di episodi febbrili, sia di origine batterica che virale. Tende a scomparire verso i 10-12 anni, quando il metabolismo si stabilizza, e si esaurisce con la pubertà.

Cosa causa l’ acetone nei bimbi

  • Il nostro corpo ricava energia bruciando zuccheri e grassi. Entrambi sono indispensabili, ma se mancano gli zuccheri, perché il bambino ha la febbre e da un po’ di tempo sta digiunando, l’organismo inizia a bruciare i grassi: la loro ossidazione incompleta produce sostanze di scarto, i cosiddetti corpi “chetonici”.
  • L’acetonemia può essere scatenata anche da sforzi fisici intensi e prolungati, da stress emotivi, da gastroenteriti o da una dieta troppo ricca di grassi. Nei casi più critici è determinata dalla carenza di insulina che tipica di chi soffre di diabete.
  • Dall’osservazione dei pediatri emerge che esistono tipologie di bambini più predisposti al disturbo: si tratta di bambini molto magri, emotivi o ansiosi, piccoli che hanno sofferto di rigurgiti abbondanti nei primi mesi, o di crosta lattea.

Complicazioni

Per un certo periodo di tempo i corpi chetonici possono fungere da nutrimento provvisorio per il cervello; alla lunga, però, diventano tossici.  Le complicanze più frequenti dell’acetonemia sono il vomito, il mal di pancia fino ad arrivare evenienza rara, all’obnubilamento (ovvero a lieve stordimento e mancanza di conoscenza che il bambino può manifestare solo in casi estremi).

Da evitare

Durante gli episodi di acetone, è vietato somministrare al bambino: latte (ammesso quello scremato); grassi (che darebbero una spinta all’ulteriore produzione di corpi chetonici); cioccolata; patatine fritte; carni; uova; fritture in generale. La crisi in fase acuta tende a risolversi in due-tre giorni, ma la dieta va prolungata per almeno una settimana per evitare ricadute.

Suggerimento

Per facilitare la rapida reidratazione del bambino, può essere utile preparare in anticipo la soluzione zuccherina (vedi “Cosa fare”) o mini porzioni di succo di frutta congelate nel freezer sotto forma di piccoli ghiaccioli, da succhiare con l’ausilio dello stecco.

Cosa fare

Poiché nella maggior parte dei casi l’acetone si accompagna a vomito, risulta fondamentale reidratare il bambino somministrandogli assiduamente acqua zuccherata, con tempi e modi che non stimolino il rigetto del liquido. Dopo aver sciolto quattro cucchiai rasi di zucchero in un litro di acqua (fredda se c’è vomito, a temperatura ambiente se il vomito è assente) si deve somministrare al bambino un cucchiaio di soluzione ogni cinque minuti per la prima ora. In questo modo si reintegrano le scorte idriche ed energetiche, e I’organismo può rimettersi in sesto in breve tempo.

Si possono somministrare anche anti-acetonici acquistabili in farmacia, sotto forma di supposte o da sciogliere in acqua: si tratta di granulati effervescenti a base di glucosio, potassio citrato e Piridossina (vitamina B6). In genere, però, acqua e zucchero sono più che sufficienti.

La dieta contro l’acetone deve essere ricca di carboidrati: si a pasta, pane, riso, legumi e frutta. Ottime le spremute, il the e i succhi di frutta. Ai più grandicelli si possono offrire anche le bevande a base di cola (sgasate) a cucchiaini.

test acetone

Per confermare la presenza di acetone non servono particolari esami medici. Basta… il naso della mamma, o tutt’al più si può ricorrere alle apposite striscioline, far cadere qualche goccia di pipì sugli stick urinari per la ricerca della chetonuria, il brusco cambiamento di colore segnalerà la presenza dei corpi chetonici; i test si acquistano in farmacia.

Che cosa induce gli episodi di acetone?

Nel sangue si liberano particolari molecole, chiamate corpi chetonici, frutto di una temporanea alterazione nel metabolismo dei grassi, che conferiscono un odore tipico all’alito del bambino (aroma dolciastro, che ricorda un po’ la frutta matura). Queste molecole hanno caratteristiche che le fanno somigliare agli zuccheri: vengono liberate in circolo assai rapidamente e altrettanto rapidamente, di solito, sono utilizzate. Poiché i corpi chetonici sono anche motto volatili e solubili, per individuare l’acetonemia sufficiente annusare l’alito del bambino o fare il test, sopra indicato. Siccome vengono emessi in modo discontinuo, in caso di esito dubbio altri sintomi rivelatori possono essere la presenza di occhiaie e lingua asciutta e patinosa. II bambino tende a rifiutare l’assunzione di alimenti ma, tipicamente, non è infastidito né dalla vista né dall’odore dei cibi.

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