Iniziare la giornata con il bere caffè fa bene alla salute ed è un rito che l’uomo compie ogni giorno da secoli.
Sembrerebbe che anche soltanto inalarne l’aroma sia in grado di renderci più vigili, a testimonianza delle sue straordinarie proprietà di stimolare il sistema nervoso.
Il popolo italiano è tradizionalmente associato al consumo di caffè: a colazione, dopopranzo o nei momenti di socialità è la bevanda che accomuna tutto lo Stivale.
Comunemente legato alla buona digestione, l’assunzione in misura moderata di caffè comporta benefici anche per la prevenzione di al cune importanti malattie di natura cardiovascolare.
Normalmente non si pensa al caffè come a una bevanda sana, ma studi recenti indicano che può portare grandi benefici alla salute. Ricercatori hanno trovato forti conferme alla tesi che il caffè riduce la nocività di vari altri alimenti.
Forse è per questo che il caffè, insieme al tè, è la bevanda più consumata al mondo dopo l’acqua.
Migliaia di studi hanno analizzato del perché bere caffè fa bene alla salute, anche se occorre sempre tener presente che variazioni individuali dei suoi componenti attivi nel metabolismo possono aumentarne o ridurne gli effetti, generando maggiore o minore tolleranza.
Bere caffè contro l’invecchiamento e le malattie degenerative
L’assunzione regolare e moderata di caffè sembra rallentare il declino delle prestazioni mentali correlate all’invecchiamento, specialmente nelle donne. Il caffè contiene antiossidanti che contribuiscono a controllare il danno cellulare.
Studi epidemiologici hanno consistentemente dimostrato che in individui affetti da malattie neurodegenerative quali la demenza, il morbo di Parkinson e l’Alzheimer, 4-5 tazzine al giorno possono migliorare la memoria e rallentare il declino cognitivo.
Garantendo così un’importante azione antiossidante, antinfiammatoria, rigenerativa e neuro-protettiva.
Inoltre, secondo il World Cancer Research Fund non vi è alcuna evidenza tra il consumo della bevanda e il rischio di ammalarsi di tumore.
Anzi, alcuni dati recenti suggeriscono un suo effetto protettivo rispetto allo sviluppo di alcuni tipi di cancro, come quello del fegato, del colonretto e della prostata.
Bere caffè riduce il rischio cardiovascolare
Analizzando i dati relativi a più di 27.000 donne di età compresa tra i 55 e i 69 anni raccolti nel corso di uno studio sanitario quindicennale condotto sulla popolazione femminile dell’ Iowa, ricercatori norvegesi hanno scoperto che le donne che bevevano da una a tre tazze di caffè al giorno riducevano del 24 per cento il rischio di patologie cardiovascolari rispetto a quelle che non bevevano caffè. Nel corso dello studio é emerso che le donne che bevevano da una a tre tazze di caffè al giorno riducevano il rischio di morte derivante dall’età, dal fumo e dal consumo di alcool del 15 per cento rispetto alle non consumatri di caffè. I risultati dell’indagine, pubblicati dall’ American journal Clinical nutrition, indicano che gli antiossidanti contenuti nel caffè possono attenuare l’infiammazione, riducendo il rischio di malattie; come ad esempio le patologie cardiovascolari. In un’altra analisi, pubblicata dalla stessa rivista i ricercatori hanno scoperto che una tazza di caffè contiene più antiossidanti che un bicchiere di succo d’uva, di mirtillo, di lampone o di arancia. “E’ stata una sorpresa scoprire che dal punto di vista quantitativo il caffè è la maggiore fonte di antiossidanti nella dieta sia in Norvegia sia negli Usa”, dice Rune Blomhoff, primo autore di entrambi gli studi e docente di Scienza della nutrizione all’Università di Oslo. Le proprietà antinfiammatorie possono spiegare l’apparente riduzione del rischio di cirrosi epatica da consumo di alcol e del rischio di cancro del fegato nei soggetti che bevono caffè.
Bere caffè contrasta il diabete
Infine, gli amanti del caffè sono meno esposti al diabete di tipo 2 (quello legato alla cattiva alimentazione), grazie al miglioramento della sensibilità delle cellule all’insulina.
Un’analisi di 18 studi condotti su circa mezzo milione di persone ha evidenziato una riduzione del 7% del rischio di sviluppare diabete per ogni tazzina in più al giorno, ottima fonte anche di magnesio e cromo, minerali coinvolti nel metabolismo degli zuccheri.
Una pubblicazione che combina dati statistici registrati in vari studi rivela che i soggetti che bevono da quattro a set tazze di caffè al giorno hanno il 28 per cento di possibilità in meno di ammalarsi di diabete, rispetto achi beve due caffè o meno. In chi beve più di sei caffè il rischio si riduce del 35 per cento. Di grande attualità su questo tema il recente studio pubblicato dalla rivista The American Journal of Clinical Nutrition realizzato in collaborazione con la Lausanne University Hospital e con l’Università di Berna, il quale conferma che il consumo di caffè aiuta a ridurre la resistenza all’insulina negli individui sani, una delle maggiori cause del diabete di tipo 2 e delle principali malattie cardiovascolari, confermando che la caffeina non è la sola componente del caffè in grado di svolgere una funzione protettiva.
Lo studio condotto permette di chiarire il meccanismo che lega il caffè e lo sviluppo di insulino-resistenza.
Una delle principali funzioni dell’insulina è quella di regolare l’assorbimento di glucosio da parte delle cellule ma, in condizioni di insulino-resistenza, le cellule non rispondono appropriatamente all’insulina provocando iperglicemia.
L’analisi, che ha indagato l’effetto di tre differenti tipologie di caffè, due con elevato contenuto
di acido clorogenico con e senza caffeina e uno con acido clorogenico nella norma, dimostra per la prima volta che il consumo di caffè attenua notevolmente l’aumento di glucosio prodotto dal fegato.
È interessante notare che questo effetto non è stato collegato alla caffeina e all’acido clorogenico, come già precedenti studi indicavano, ma potrebbe invece essere dovuto alla presenza di altri componenti bioattivi nel caffè.
I benefici dell’orzo
Bere caffè fa bene alla salute ma anche un’altra bevanda, sempre più diffusa in Italia, ha dimostrato le proprie qualità nella prevenzione del colesterolo: l’orzo.
L’EFSA a seguito dei risultati prodotti da due meta-analisi e sei studi clinici, ha pubblicato un parere scientifico che conferma l’efficacia dei beta-glucani, presenti nell’orzo, consumati nella misura di almeno 3 g al giorno nell’abbassare i livelli di colesterolo nel sangue.
E di conseguenza, il loro ruolo positivo di questo cereale contro il rischio di patologie cardio-circolatorie.