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Bambini con le Gambe storte: a cosa prestare Attenzione

Con una semplice occhiata anche i genitori possono rendersi conto se i loro bambini hanno le gambe storte, un fenomeno che, se trascurato, può portare col tempo ad artrosi delle ginocchia o problemi alla schiena. Ecco cosa fare.

gambe-storteDiamo un’occhiata alle gambe dei nostri bambini. Potrebbe essere sufficiente per accorgerci che qualcosa non va, che si sta consolidando qualche difetto di postura o qualche atteggiamento sbagliato. Se così è, un intervento precoce è spesso decisivo per azzerare l’anomalia ed eliminare qualsiasi strascico, sia nel presente del bambino che più tardi nella sua vita adulta. Dolori alla cervicale, lombalgie e artrosi importanti delle ginocchia e delle anche colpiscono spesso gli adulti e trovano la loro origine – più spesso di quanto non si creda – in un portamento mai corretto, nella prima parte della vita. Non è necessario avere alle spalle studi in medicina o fisiologia per fare questa prova, qualsiasi genitore, o insegnante, è in grado di fare una rapida valutazione della postura del bambino. Basta guardarlo nel modo giusto. Soprattutto, in alcuni punti chiave, definiti “punti di repere”, vale a dire quelle zone corporee che permettono una semplice comparazione tra le parti del corpo del bambino. Per effettuare questo rapido controllo dobbiamo solo chiedere un minimo di collaborazione al bambino, che si deve mettere davanti a noi di schiena, in posizione eretta, nudo, e con un atteggiamento naturale.

L’INSIDIA DEI PIEDI PIATTI O CAVI

Focalizziamo prima di tutto la nostra attenzione sul piede: una delle problematiche più diffuse nel bambino è il “piede piatto”, che si manifesta con una rotazione dell’apice del calcagno verso il pavimento e con un appoggio importante al suolo della zona interna della pianta del piede. Inoltre, il tendine d’Achille non ha il consueto sviluppo verticale e tende ad assumere un andamento a “S”. Di contro, se vediamo un piede che si appoggia completamente sul suo bordo esterno, e che assume una forma molto arrotondata, siamo davanti a quello che si definisce “piede cavo”, In genere, il “piede piatto” induce le ginocchia ad assumere la classica posizione a “X”, mentre il “piede cavo” fa loro assumere la classica posizione da “cavallerizzo”.

Attenzione anche alla rotazione delle punte dei piedi: guardate se queste ultime sono ruotate troppo verso l’interno, o verso l’esterno, rispetto all’asse centrale del corpo. L’eccessiva rotazione (sia essa all’interno o all’esterno) può infatti nascondere dei problemi abbastanza importanti a carico del piede, o delle articolazioni a monte di que-sto, quali ginocchia e anche.

L’ALLINEAMENTO DELLE GINOCCHIA

Salendo verso l’alto, osserviamo ora le ginocchia del bambino: queste devono essere in linea con i calcagni e, soprattutto, alla stessa altezza. Si deve fare molta attenzione al non allineamento delle ginocchia: potrebbe nascondere una differenza di misura tra le due gambe o, peggio ancora, una scoliosi. Per osservare correttamente le ginocchia, dobbiamo tracciare una linea immaginaria che parte dai glutei e arriva esattamente a metà tra i due malleoli (sono le sporgenze tondeggianti della caviglia): se le ginocchia si avvicinano alla linea immaginaria si parla di “ginocchia valghe”, se si allontanano molto dalla suddetta linea, si parla di “ginocchia vare”. A questo punto facciamo girare il bambino verso di noi e osserviamo le sue rotule; se queste ultime “guardano” verso l’interno o se “guardano” verso l’esterno sono una spia di eventuali anomalie nell’articolazione dell’anca.

QUEI GLUTEI PIÙ O MENO SIMMETRICI

Saliamo ulteriormente e arriviamo al bacino, di nuovo con il bambino di spalle. Osserviamo i due glutei: se sono sullo stesso piano significa che il bacino è orizzontale, se i glutei non sono allineati, se sono asimmetrici, diverse sono le possibili cause. Per esempio una scoliosi, oppure una gamba anatomicamente più corta dell’altra, un piede piatto, ecc.

“Dolori alla cervicale, lombalgie e artrosi delle ginocchia e delle anche che colpiscono gli adulti trovano spesso la loro origine in uno scorretto portamento, mai corretto, nella prima parte della vita”.

A CHI RIVOLGERSI

Dall’osservazione del bimbo è emerso qualche dubbio? In questo caso vale la pena andare da un buon ortopedico per avere una conferma delle nostre impressioni e per capire cosa ha eventualmente generato il problema. All’origine ci possono essere in genere due tipi di problemi: malformazioni del sistema scheletrico ormai ben strutturate (o in via di sviluppo) oppure semplici vizi di postura, che non hanno ancora avuto il tempo di stabilizzarsi.

L’intervento di correzione dipende dall’origine del problema. Se prendiamo come esempio il “piede piatto”, abbiamo a disposizione trattamenti diversi in relazione all’entità del difetto: se in un caso lieve può essere sufficiente una riabilitazione, nelle forme più gravi c’è la possibilità di un intervento chirurgico. I bisturi è appannaggio dell’ortopedico, i professionisti della riabilitazione sono tecnici quali osteopati, chiropratici e terapisti della riabilitazione, con titoli riconosciuti. La riabilitazione – che può avvenire sia con tecniche manuali sia con esercizi di ginnastica – mira al miglioramento della postura del bambino: la frequenza e la durata dell’intervento è proporzionale alla gravità del caso, ma va da un minimo di un mese a un massimo di sei mesi-un anno.

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