Quale sia la giusta ninna nanna non c’è nessuna regola precisa che lo stabilisca, certo è che deve essere un gioco di suoni armonici, donati con amore ai nostri cuccioli, oggi le giovani mamme ascoltano musica di svariato genere, ciò influenza sicuramente la loro scelta sulla ninna nanna da cantare.
Una volta le mamme cantavano o intonavano dolci melodie, sussurrate guardando negli occhi il proprio piccolo per calmarlo e accompagnarlo verso le braccia di Morfeo per un sonno sereno. Oggi, quando è l’ora della nanna, sempre più spesso si intonano canzoni pop. Una buona percentuale di mamme ritiene antiquate le ninne nanne classiche, e una su 10 non le conosce affatto. E così rispetto alle dolci nenie popolari, sta crescendo l’appeal delle hit più attuali.
La ninna nanna non è solo un canto che la mamma rivolge al bambino: è anche e soprattutto uno ‘spazio’, in cui si consolida e prosegue il rapporto nato sin dai primi istanti di gravidanza, musicologa e musicoterapeuta. Un grande momento quello in cui madre e figlio interagiscono con la voce, lo sguardo, il contatto fisico, il movimento. Per tutti questi motivi, il tempo dedicato al canto prima del sonno è un vero e proprio ‘nutrimento vocale’, in cui il bimbo ritrova il ritmo, il dondolio, il suono, la cadenza, il timbro della voce materna, che lo riportano a una sensazione conosciuta e di grande serenità: la vita appena trascorsa nell’utero protetto e caldo della mamma.
E’ importante che la canzone presenti una regolarità ritmica e una ciclicità melodica, ossia una struttura molto semplice che torna e ritorna su se stessa. L’utilizzo dei brani pop al posto della ninna nanna non è, di per se, sbagliato.
Non a caso, però, in tutto il mondo la forma ‘ninna nanna’ presenta caratteristiche comuni. Il ritmo della musica regola il dondolio con cui si culla il bambino. E’ il connubio tra il canto e il gesto materno del cullare che rilassa la respirazione e porta naturalmente al sonno. Anche un pezzo pop o rock, se proposto con amore può avere un effetto ‘ninna nanna’.
E’ ormai certo che alla ventesima settimana di gestazione la struttura dell’udito è completata, dal 6° mese in poi il feto è costantemente in ascolto. Il battito del cuore ed il respiro della mamma sono i primi stimoli sonori ritmici e armonici. Ma il piccolo è già anche pronto ad ascoltare e memorizzare i suoni esterni come la voce della mamma, del papà e la musica.
Una volta nato riconosce queste sonorità e ne ha un ricordo che lo riporterà al senso di benessere che aveva nel periodo prenatale. E’ stato provato che il feto distingue un brano musicale dall’altro ed esprime precise preferenze. La risposta positiva del bimbo a una musica rispetto a un’altra, dunque, dipende da diversi fattori: la melodia, il ritmo, il volume, le sensazioni della mamma stessa durante l’ascolto.
La musica ha una funzione accertata anche nell’apprendimento linguistico e nel coordinamento audio-vocale che il bimbo svilupperà negli anni. Il lobo temporale, nel quale risiede il centro del linguaggio, infatti, è molto vicino alla porzione di cervello in grado di decifrare la musica. Inoltre, secondo studi effettuati, una precoce educazione musicale ha effetti positivi anche sulla predisposizione alla matematica. E un approccio precoce all’educazione al suono è in grado di facilitare l’espressione di idee ed emozioni e favorire la socializzazione.
Quindi la ninna nanna ha una struttura melodica che non nasce a caso, le ricerche spiegano come la forma musicale arcaica di questi canti, spesso composta solo da due (o comunque pochissime) note, si accompagna a frasi che durano in media 7-10 secondi, perché questo è il tempo del ciclo di attenzione di un neonato quando interagisce con un adulto. La semplicità della melodia rispetta la natura e il benessere del piccolo, che, in queste condizioni, si rilassa. La ninna nanna è infatti lo specchio di ciò che un neonato può recepire, dal punto di vista sensoriale, in relazione allo sviluppo neurologico dei primi mesi. Le parole per il bambino sono soprattutto un insieme di suoni, uno strumento “musicale” in più, che completa la melodia: ciò che importa non è il significato, ma che il suono sia monotono, cantilenante e ripetitivo. II testo della ninna nanna riflette le paure dei bimbi (l’angoscia di addormentarsi, il buio, l’uomo nero…) o è, al contrario, un susseguirsi di immagini positive, che innesca nella madre una serenità da trasmettere al piccolo (gli agnellini, le fate, gli gnomi, le stelline…).
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