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Mio Figlio è un Somarello! Come affrontare lo scarso Rendimento scolastico

Lo scarso rendimento scolastico, soprattutto nei primi anni di scuola, non dipende dalla cattiva volontà del bambino, ma, spesso, dalle esagerate aspettative dei genitori.

dislessiaNei primi anni di vita i bambini possiedono una capacità davvero straordinaria di apprendimento. Due sono i processi che presiedono l’acquisizione di conoscenze nel bambino dalla nascita all’età scolare: imitazione e identificazione.

In un primo tempo il piccolo impara quello che vede fare da mamma e papà e dalle altre persone che lo circondano, soddisfando il suo desiderio di assomigliare alle persone amate e al suo bisogno di approvazione. In questo modo il piccolo pensa di riuscire a non deludere le aspettative dei genitori sentendosi così più amato e accettato. Su questa prima tappa si sviluppa, poi, l’apprendimento per identificazione. In questa fase il bambino non si limita più a ripetere gesti, parole, atteggiamenti degli adulti ma li rielabora manifestando la propria personalità. Ancora una volta diviene centrale la sfera affettiva e emotiva.

L’ambiente familiare e quello scolastico esercitano un influsso determinante sulle capacità di apprendere del bambino. Un ambiente familiare affettivamente caldo, attento e rispettoso dei bisogni dei più piccoli e della loro personalità facilita l’espressione delle capacità e potenzia lo sviluppo dell’intelligenza. L’ambiente scolastico costituisce, invece, il primo terreno di prova delle capacità di apprendimento dei bambini, mettendo in luce le prime difficoltà soggettive in questo ambito.

Alcuni problemi incontrati dal bambino, all’inizio della scuola, dipendono da un tipo di intelligenza più fantasioso e quindi meno riconosciuto e valorizzato all’interno degli schemi del percorso educativo logico-razionale dell’istituzione scolastica.

Un errore molto diffuso fra i genitori, soprattutto quando i bambini frequentano le prime classi delle elementari, è quello di aspettarsi troppo da loro non riconoscendo le reali potenzialità dei propri figli e sottoponendoli così a richieste impossibili da soddisfare. Il bambino, in questo contesto, si sforzerà di corrispondere alle aspettative dei genitori tentando di essere il più bravo e manifestando profondi segnali di crisi alle prime inevitabili frustrazioni. Per essere dei buoni genitori occorre saper distinguere le nostre private aspirazioni da quelle dei nostri figli, per non chiedere a loro di soddisfare desideri che noi stessi non siamo in grado di esaudire. È importante, invece, focalizzare i diversi volti che l’intelligenza del bambino presenta, incoraggiando le sue capacità intellettuali, sostenendolo con affetto e favorendo l’espressione delle sue inclinazioni.

UN PROBLEMA CHIAMATO DISLESSIA

Rientra tra i disturbi dell’apprendimento e consiste nella difficoltà del bambino a leggere. Chi ne soffre non presenta deficit intellettivi, sensoriali, sociali o emozionali: si tratta di bambini normalmente intelligenti ma con una modalità diversa di funzionamento delle competenze cognitive.

II dislessico è un bambino che legge con fatica, perché tende ad invertire le sillabe (ra con ar) non riconosce suoni simili (V e F, C e G) confonde visibilmente le lettere simmetriche (D e B). Nel corso degli anni le teorie sulle cause di questo disturbo si sono evolute. Per un certo periodo ha prevalso l’ipotesi di un’origine psicologica della dislessia. Attualmente questa linea è stata superata a favore delle tesi di un’origine biologica del disturbo. Quando un genitore o un insegnante sospetta di avere a che fare con un bambino dislessico, lo deve sottoporre a specifici test che consentono di formulare una diagnosi precisa e, se è il caso, seguire il trattamento indicato.

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