Fare tutto. Fare in fretta. Due obiettivi difficili da conciliare, specie quando si ha bimbi piccoli. Che vorrebbe invece ritmi lenti e rassicuranti. Ecco come tenere a bada lo stress, sedare le nostre ansie senza “contagiarli”
Ogni mattina è una gara con l’orologio. Svegliare i bimbi, spronarli perché si facciano lavare, vestire e finiscano la colazione senza impiegarci un’eternità. Tutto in fretta per non arrivare in ritardo all’asilo o alla scuola materna e presentarsi puntuali in ufficio. Anche il resto della giornata è una corsa contro il tempo, soprattutto per la mamma che deve far quadrare le esigenze di tutta la famiglia. A volte poi i piccoli sembrano non collaborare, anzi. Pare quasi lo facciano apposta a “rallentare” il ritmo dei gesti quotidiani. E la temperatura dello stress sale, alimentando nervosismo e senso di frustrazione. Perché le giornate non sono lunghe abbastanza e non si riesce mai a fare tutto quello che si vorrebbe.
Un’organizzazione più rilassata Il punto è proprio questo: La vera fonte dello stress per gli adulti è il tempo che non basta mai. Quindi, occorre porsi delle priorità, riuscire a rinunciare a qualcosa, senza per questo sentirsi in colpa o incapaci, perché è inevitabile che sia così. Dunque, appena ricomincia la routine autunnale, invece di inseguire mille progetti, sarebbe meglio focalizzarsi sugli impegni necessari, e in un secondo momento valutare se avanza tempo per altro. Occorre poi tener conto che i bambini hanno bisogno di una vita regolare e ben organizzata. Le abitudini li tranquillizzano. E se sono meno nervosi, anche i genitori stanno meglio. Una volta individuati gli impegni fondamentali, allora, ci si può concentrare sul resto.
Spesso lo stress scaturisce anche dalla consapevolezza che il tempo per se stessi è ridotto ai minimi termini. In questo caso, invece di rimpiangere gli appuntamenti mancati, si può decidere di fare una cosa alla volta. Per esempio, stabilendo che un certo periodo sarà maggiormente dedicato a riordinare, un altro al relax e a se stessi, un altro ancora a incontrare gli amici, e così via.
Quando si vuole fare tutto insieme, si rischia di non concludere niente e di sentirsi ancora più frustrati. Insomma, è importante concentrarsi sempre sul presente, su ciò che si sta facendo in quel preciso momento, senza ostinarsi a pensare a quello che si dovrà fare dopo o nei giorni successivi.
Il continuo rimuginare su impegni e incombenze future produce tensione e alimenta lo stress, con il risultato di aumentare la stanchezza e far rallentare il ritmo.
Guardare le cose con la giusta ‘distanza’ Un altro trucco antistress è non pensare che ogni rifiuto del piccolo sia una dichiarazione di guerra alla mamma. Soprattutto al mattino. E’ normale che i bambini, specie se hanno appena iniziato l’asilo o la materna, fatichino a prepararsi e cerchino di perdere un po’ di tempo. Dopo qualche mese, di solito, la situazione migliora. In fondo, per i più piccoli, si tratta sempre di un distacco dalla mamma e dalle cose familiari. Per questo, lasciare che portino all’asilo il peluche preferito può aiutarli a uscire di casa pin contenti. Al mattino può essere utile coinvolgere il bambino in una specie di rituale, facendo i preparativi sempre nello stesso ordine: prima lavarsi, poi vestirsi, per ultima la colazione. La cosa migliore proporgli questa sequenza con pacatezza, senza rimproverarlo. L’importante per lui è essere compreso e rassicurato dal genitori. Si potrà dirgli, ad esempio: “So che per te è molto faticoso, ma vedrai che questo momento passerà e presto sarai contento di andare a scuola”.
Le strategie per mantenere la calma Innanzitutto è bene , convincersi che è meglio svegliarsi un quarto d’ora prima per guadagnare ritmi più rilassati. E se il bambino fa fatica ad alzarsi, gli si potranno ricordare i momenti piacevoli della giornata: i lavoretti all’asilo, il pomeriggio con gli amichetti, la visita dai nonni alla sera. Sono questi gli appuntamenti che scandiscono la sua giornata perché per lui la dimensione temporale è quella del presente. Allora, per fargli capire quanto passerà prima di rivederlo, occorre far riferimento alle sue esperienze quotidiane. Basta dirgli, ad esempio: “La mamma tornerà quando avrai fatto la merenda, cantato le canzoncine e fatto un bel disegno”.
Insomma, per innervosirsi meno, occorre rendersi conto che la concezione del tempo di un bambino è del tutto diversa da quella di un adulto. E che certi “capricci” sono in realtà dovuti alla sua difficoltà di adattarsi alla nostra logica. Un esempio: Un piccolo che, fuori casa, piange reclamando i suoi giochi, in realtà è preoccupato perché – dal suo punto di vista – i giocattoli sono ‘andati via’ da lui. Si tratta di una visione completamente diversa da quella dei grandi, che richiede comprensione e pazienza. Rassicurarlo, invece di innervosirsi, e il modo migliore per riportare la tranquillità.
Quando poi si va proprio di fretta e il bambino sembra non voler collaborare, gli si può proporre il gioco della clessidra o delle lancette: “Vediamo se riusciamo a prepararci prima che la sabbia sia finita o la lancetta sia arrivata fino a 11”. Così accelererà i tempi senza nemmeno rendersene conto.