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Tiroide

collo Ha la forma di una piccola farfalla, pesa nell’adulto solo circa venti grammi, ma per l’organismo è davvero importante. La tiroide controlla praticamente ogni funzione dell’organismo: dal metabolismo e dalla produzione di calore e di energia alla regolazione dei riflessi nervosi e del ritmo cardiaco, dalla stimolazione della crescita nei bambini alla regolazione dell’equilibrio di calcio, vitamine e ormoni. È situata nella regione anteriore del collo, davanti e lateralmente alla laringe e ai primi anelli della trachea e, normalmente, non si fa sentire. In seguito ad alcune patologie, però, può ingrossarsi, ridursi o presentare cisti o noduli più o meno evidenti.

Del resto,  disturbi che riguardano la tiroide sono diversi e molto diffusi. Secondo recenti statistiche, sarebbero tra 5 e 7 milioni gli italiani che ne soffrono, spesso senza saperlo. Ne sono colpite in larga parte le donne sopra i 50 anni. Per fortuna, però, nella maggior parte dei casi non si tratta di disturbi gravi o pericolosi. E, comunque, una volta stabilita la diagnosi mediante gli accertamenti specifici, questi possono essere curati grazie a terapie efficaci.

Ogni processo metabolico è regolato dagli ormoni tiroidei.  I due principali sono la tiroxina, indicato con la sigla T4 e presente nella secrezione ormonale al 90 per cento, e la triiodiotironina o T3, che ne costituisce il 10 per cento. Per oltre il 65 per cento del loro peso complessivo questi due ormoni sono costituiti da iodio, un minerale che è essenziale per la loro sintesi e, quindi, per un corretto funzionamento della tiroide. Una sua carenza è, infatti, la causa del gozzo (altrimenti detto struma), forse la più frequente e conosciuta tra le alterazioni tiroidee, caratterizzata da un ingrandimento della ghiandola.   Normalmente, l’organismo lo assimila dall’acqua e da alcuni cibi che ne sono ricchi, come pesce, latte e uova. Per evitare carenze, l’Organizzazione mondiale della Sanità raccomanda di consumarne 150 microgrammi al giorno. In Italia, invece, se ne assumono circa 100 e, in alcune regioni, meno di 70 a persona. Ma aumentare l’apporto di iodio è facile: basta sostituire il sale comune con quello iodato, cioè addizionato di iodio.  A questo proposito, ricordiamo che un disegno di , attualmente all’esame della Conferenza Stato-Regioni, prevede che in tutti i punti vendita sia disponibi-le, accanto al sale comune, anche quello iodato. Questo rimedio, però, non è sempre efficace. Per esempio, se si ha a che fare con tiroiditi autoimmuni.  In questo caso, infatti, lo iodio non c’entra affatto. Tutto ha origine negli anticorpi che il sistema immunitario produce e dirige contro le cellule della tiroide.

Alcune volte questa malattia provoca la distruzione, parziale o completa, della ghiandola fino a indurre un ipotiroidismo che, spesso, colpisce diversi membri in una stessa famiglia. In altri casi, come avviene in chi è affetto dal morbo di Graves-Basedow, l’organismo produce un anticorpo che stimola la ghiandola a secernere ormoni in eccesso. Soffrono di questa malattia circa 60 persone ipertiroidee su cento.  Le malattie tiroidee sono in leggero calo in a quanto l’alimentazione industriale, infatti, è un po’ più ricca di iodio: ne contengono, infatti, coloranti e conservanti. D’altra parte, però, l’inquinamento e, soprattutto, le diagnosi più raffinate, fanno lievitare i casi segnalati.

Quante alle cure, nell’ipo e ipertiroidismo, si utilizza essenzialmente quella medica. Per quanto riguarda i noduli, di cui soffrono 40 persone su cento dopo i 50 anni, questi vanno controllati mediante ecografia una volta l’anno. Se sono e restano piccoli, è possibile trattarli mediante farmaci. Se però crescono e c’è il dubbio che possano diventare maligni, occorre intervenire chirurgicamente.

Ipertiroidismo

È dovuto a eccessiva produzione di ormoni tiroidei. Può colpire a ogni età, ma è più frequente nelle persone fra 30 e 50 anni (circa 1 per cento), in prevalenza donne. In 60 casi su cento, la causa è il morbo di Basedow. I sintomi sono: ingrossamento della tiroide, sofferenza dei muscoli e del cuore, che aumenta di molto la sua attività; maggior appetito a causa del metabolismo più veloce, con dimagramento; sporgenza degli occhi (esoftalmo), nervosismo e insonnia.   Sicura mediante la somministrazione di farmaci che inibiscono l’attività della tiroide e, se necessario,  quando i farmaci non possono essere usati o non funzionano adeguatamente, ricorrendo a intervento chirurgico o alla somministrazione di radioiodio.

Ipotiroidismo

La causa è l’insufficiente produzione di ormoni  tiroidei. Colpisce, spesso con sintomi sfumati, gli adulti, in particolare le donne sopra i 50 anni (circa una su cento). La causa più frequente (80-90 casi su cento) è la tiroidite autoimmune, detta di Hashimoto,  in cui può evidenziarsi il gozzo. I sintomi sono: astenia generalizzata, torpore,  debolezza muscolare, crampi, minore frequenza cardiaca, pelle secca e squamosa, perdita di capelli,  abbassamento della voce e, in alcuni casi, gozzo. Si cura mediante la somministrazione di ormone tiroxina, quasi sempre a tempo indefinito. Talvolta  questo trattamento non elimina il gozzo, che, se molto voluminoso, deve essere asportato mediante intervento chirurgico.

Tiroiditi Acute

Sono infiammazioni della tiroide dovute soprattutto a infezioni sostenute da virus o, più raramente, da batteri. Nel primo caso, l’infezione può provocare un ipotiroidismo temporaneo, con dolore molto intenso alla ghiandola, e può essere curato con farmaci corticosteroidi. Nel secondo, invece, può rendersi necessaria la somministrazione di antibiotici e antinfiammatori.

Noduli e Tumori

Colpiscono giovani e anziani. Si distinguono in benigni e maligni (questi ultimi sono meno dell’i per cento e non mostrano, in genere, particolare aggressività).

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