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Scopri tutti i Benefici dell’Uva e le Speciali Proprietà Curative

E’ tempo di vendemmia e in tutta la penisola si celebra la festa per la bevanda di Bacco ma è anche l’occasione per scoprire tutti i benefici dell’Uva, un frutto antico e generoso che possiede virtù curative davvero speciali.

Da sempre l’uva è ritenuta un frutto-alimento offerto dalla natura la salute dell’uomo. Il sommo poeta benefici-dell-uvaRedi così si esprimeva sull’uva: “Un raggio di sole, imprigionato da grappoli alla rete”. Un elogio al frutto più salutare di cui l’uomo disponga. Nei tempi antichi si invocavano le divinità per propiziare il raccolto dell’uva e per la protezione dei vigneti. I greci si rivolgevano ad Artemide, dea la vegetazione, i romani a Pomona, dea delle piante da frutto, gli antichi germani alla dea Fulla (che esprime “pieno”, in tedesco). Gli assiri pregavano il dio Gesthin, gli sloveni la dea Siba. Oggi gli dei vengono accantonati, e a salvare i grappoli sono il classico “verderame” e i moderni razzi antigrandine.

Tutti i benefici dell’Uva nella storia

I grappoli d’uva sono il dono di una pianta antichissima. Se ne trovano notizie nella Bibbia (il libro della Genesi ricorda che Noè “…coltivatore della terra, si mise a piantare una vigna”) e gli antichi Egizi la coltivavano con interesse. Nel nostro Paese, già dal II millennio avanti Cristo, all’uva e al vino furono dedicate cure e attenzioni. Ne sono testimonianza numerosi materiali fossili trovati in Sicilia. D’altra parte, la penisola italiana in quei tempi era chiamata proprio Enotria, cioè “terra del vino”.

L’uva è arrivata in Europa portata dai Fenici che l’hanno introdotta per la prima volta in Francia nel 600 a.C. E’quindi arrivata in Italia grazie ai Romani che ne hanno apprezzato il valore, sia come frutto che sotto forma di vino. In natura ne esistono fondamentalmente due tipi: l’uva bianca e l’uva nera nelle loro diverse varietà. Inoltre l’uva si distingue, a seconda dell’uso, in uva da tavola ed uva da vino.

I Romani promossero la coltivazione della vite in tutte le regioni conquistate dal loro esercito e al culto di Bacco, dio del vino, dedicarono templi, sculture, affreschi e appositi riti orgiastici. Le virtù curative dell’uva non sono certamente scoperta recente. Già Galeno, medico greco vissuto tra il II e il III secolo dopo Cristo, raccomandava ai suoi pazienti di consumare abbondantemente questo frutto, ma solo a maturazione completa.

Da sempre l’uva è considerata la “mamma del vino”. Ippocrate la riteneva “meravigliosamente appropriata alla salute dell’uomo”. Celso accenna alla proprietà “aperitiva” (nel senso di aprire lo stomaco alla funzione digestiva) del succo d’uva. Galeno parla dell’influsso positivo dell’uva sulla composizione del sangue. Dioscoride afferma “essere l’uva di giovamento allo stomaco e all’appetito”.

Nel 1718 Castore Durante, ne L’Herbario Novo, edito in Venezia, riferendosi alle virtù curative dell’uva, distingue un uso interno del frutto e un uso esterno. Egli precisa che mangiandone i chicchi, l’uva “giova alla dissenteria, allo stomaco debole, agli appetiti corrotti, alle donne gravide (non corrotte, immaginiamo…)”. Invece per uso esterno mediante impiastri, Durante la consiglia spalmata sulla fronte per il mal di testa e in altre sedi cutanee per gli eczemi.

Il perchè dei benefici dell’Uva e le sue proprietà

A Montpellier, in Francia, in una riunione scientifica delle Sociétés Savantes, il succo d’uva è stato concepito come “il prodotto di transdistillazione nell’acino”, assimilabile al latte della donna. E di conseguenza è chiamato latte vegetale. È stato il biochimico Herpin a dare questa definizione, e a fare uno studio comparativo tra latte materno e succo d’uva. Ma il latte risulta meno completo ed energetico, rispetto al succo d’uva.

In effetti la composizione del succo d’uva è del tutto particolare. Le principali sostanze nutritive vi sono rappresentate in una proporzione analoga a quella del latte materno. Un’ulteriore conferma della particolare affinità di questo frutto con il nostro organismo. L’uva è energetica, rimineralizzante, disintossicante, diuretica e lassativa. È adatta, quindi, a essere consumata con una certa larghezza nelle anemie e nelle convalescenze, in gravidanza e nel periodo dell’allattamento, durante sforzi fisici e psichici; ne traggono inoltre giovamento i sofferenti per dolori artroreumatici, gli ipertesi, gli obesi, gli stitici e tutti coloro che hanno il metabolismo rallentato e “appesantito”. L’uva è anche ottima per gli ipertesi, per chi ha eczemi e brufoli e per mantenere giovani e attive tutte le cellule dell’organismo.

COMPONENTI CHIMICI DEL SUCCO D’UVA

– ACQUA: purissima essendo distillata, del tutto esente da microbi. Naturalmente il contenuto acquoso varia a seconda del grado di maturazione del frutto, e della sua eventuale essiccazione.

– ZUCCHERI: costituiscono il materiale energetico per eccellenza del succo d’uva. Si tratta di zuccheri semplici, a rapido utilizzo, cioè glucosio e fruttosio.

– AMINOACIDI: sono costituenti elementari delle proteine; nell’uva troviamo acido glutammico, alanina, arginina, ornitina.

– ENZIMI: invertasi e lattasi, che agevolano i processi digestivi.

– SALI MINERALI: contenuti nella quantità di 3-4 grammi per chilo. Sono: potassio, particolarmente energetico sui muscoli e sul muscolo cardiaco (miocardio); calcio, blandamente sedativo del sistema nervoso, antiallergico, indispensabile nel processo di coagulazione del sangue e nell’ossificazione (osteoporosi); ferro, componente fondamentale della sostanza colorante dei globuli rossi o emoglobina; magnesio, fattore antifatica psicofisica, equilibratore delle funzioni nervose; cobalto, antianemico di fondo; iodio, eutrofico per la ghiandola tiroide e attivo sulla viscosità del sangue; infine silicio, manganese, cloro, fosforo, quest’ultimo prezioso per i processi psichici e per la funzione del midollo osseo.

VITAMINE: rappresentate soprattutto dalla C: nell’acino in toto, 4 mg, nel succo 2 mg. La vitamina C, com’è noto, ha proprietà antinfettive, antianemiche, antiasteniche, antiemorragiche. Altre vitamine sono la B1 e la B2, attive sul trofismo dei nervi periferici.

Tutti i benefici dell’Uva

Innanzi tutto qualche consiglio per gli acquisti: tenete presente che i grappoli si colgono maturi perché una volta recisi dalla pianta non maturano più. All’atto dell’acquisto occorre quindi verificare che il frutto non sia acerbo. L’uva deve presentarsi bene attaccata al grappolo con un caldo colore giallo per quella bianca e molto scuro per l’uva nera. Va riposta in frigorifero in sacchetti di plastica microforata od in una scatola forata e lavata solo prima di essere mangiata. In tal modo può essere conservata 5/6 giorni. Ricordatevi che col passare del tempo frutta e verdura perdono progressivamente i loro valori nutritivi soprattutto in termini di vitamine.

L’uva contiene numerose sostanze preziose per il nostro organismo: sali minerali (sodio, calcio, potassio, magnesio, manganese, ferro, etc.), vitamine (C, PP,BI, B2) e circa il 12/16% di zuccheri semplici, fra cui fruttosio e glucosio, facilmente assimilabili e particolarmente utili per i bambini. Ma la sua maggiore proprietà è l’effetto diuretico, lassativo e disintossicante. Riesce infatti a stimolare la funzionalità dei neuroni facilitando quindi il metabolismo e contrastando stitichezza, ipertensione, irritazione della pelle, donandole più tonicità e luminosità. Infine aiuta a rinforzare e migliorare l’aspetto dei capelli.

Un chilo d’uva fresca, appena colta, assicura 650 calorie. Un litro ‘di succo, 900 calorie. Questo valore energetico è sfruttato soprattutto dagli sportivi, in fase di performance, perché gli zuccheri semplici dell’uva costituiscono una “benzina” immediatamente utilizzata dai muscoli. Inoltre il potassio aumenta il potere energizzante dell’uva. A questo proposito si racconta che un campione del ciclismo mettesse di nascosto nelle borracce il figlio del succo d’uva: un buon bianco italiano, che lo sferzava a dovere nei momenti critici di tappa.

• Gastropatie: nelle gastriti iposecretive, cioè con scarsa produzione di succhi gastrici, l’uva e il suo succo risultano particolarmente eupeptici, favorenti cioè la digestione. E qui bisogna dire che lo storico veneziano Castore Durante ha perfettamente ragione quando scrive che l’uva “giova agli stomaci deboli”, e nelle inappetenze.

• Iperuricemia o gotta: in questa malattia del metabolismo, che sta avendo negli ultimi anni un revival, il succo esercita un effetto urolitico, nel senso di disperdere i sali di acido urico (urati). Con l’uva, si sono registrati abbassamenti del tasso uricemico dell’ordine del 17%. E nelle urine, del 40%.

• Magrezze e stati di convalescenza: uva e succo d’uva hanno effetto decisamente ricostituente, corroborante, rinfrescante.

• Malattie muscolari o miopatie: in esse giova l’apporto di sali minerali, soprattutto potassio, e di zuccheri semplici, vera e propria benzina super per l’efficienza delle fibre elastiche muscolari.

• Cuori stanchi (cardiomiopatie di varia tipologia): anche qui i monosaccaridi, il potassio e le vitamine riescono a e una sferzata al muscolo cardiaco.

• Enteropatie: se la colite si accompagna a stipsi, le pectine presenti nell’uva e l’acido tartarico, nonché i fermenti diastasici, agevolano il transito intestinale.

• Fegato: la cellula epatica è avida di zuccheri semplici, e traggono giovamento il suo trofismo e il suo metabolismo. Inoltre il consumo di uva promuove un miglior drenaggio della bile.

• Sangue: nelle forme anemiche si sfrutta l’apporto di ferro.

• Pressione arteriosa: lo iodio fa diminuire la viscosità del sangue; inoltre l’uva ha effetto diuretico per il contenuto di potassio e acqua, e quindi blandamente ipotensivo.

• Sistema nervoso centrale: cellule e tessuti encefalici lavorano bruciando ossigeno, ma soprattutto glucosio, quindi anche il metabolismo cerebrale resta felicemente attivato dal consumo di uva e del suo succo. A proposito di succo: la sua migliore preparazione la si ottiene con una spremuta di frutto fresco, selezionato e lavato.

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I benefici dell’Uva e l’ampeloterapia

I benefici effetti dell’uva erano conosciuti anche nell’antica Grecia e Roma, tanto che è stata creata una vera e propria “cura dell’uva“, denominata Ampeloterapia (da “ampelos” che in greco vuol dire vite) che consiste in una dieta a sola base di uva protratta per alcuni giorni con l’obiettivo di disintossicare fegato ed intestino grazie appunto alle proprietà diuretiche e lassative.
La “cura dell’uva” o ampeloterapia è una forma di digiuno mitigato che è tradizionale nei Paesi di lingua tedesca.

  • La cura va fatta se possibile con uva appena colta e si prolunga generalmente per un paio di settimane. Prima di essere mangiata, l’uva va sempre accuratamente lavata in acqua corrente, in modo da togliere la polvere e le eventuali tracce di solfato di rame che possono essere presenti sulla buccia.
  • Si deve comperare al mercato il frutto fresco e pregiato, che i vitigni italiani propongono in ogni varietà. Ciascun acino va mangiato lentamente, schiacciandolo contro il palato con la lingua, e masticandolo poi, perché vitamine e minerali si trovano anche nella buccia. Chi è delicato di stomaco o di intestino (gastritici, colitici, portatori di diverticoli) dovrebbe sputare soprattutto i semini.
  • Si può iniziare consumando circa 500 g di uva al giorno, preferibilmente in sostituzione della prima colazione. Se questa dose sembra eccessiva, la si può suddividere tra la prima colazione e altri due spuntini a metà mattino e a metà pomeriggio.
  • La quantità di uva va gradualmente aumentata, in modo che alla fine della prima settimana si arrivi a consumarne 1 kg e, nel corso della seconda, anche 2 kg al giorno. Naturalmente con un consumo così sostenuto vanno progressivamente abbandonati gli altri alimenti, iniziando da quelli ricchi di grassi e proteine (carne, pesce, formaggi, uova…). È inoltre opportuno rinunciare al vino, alla birra, ai liquori, al caffè, al tè. Anche le verdure crude e gli altri tipi di frutta vengono, di solito, spontaneamente eliminati. E questo è un bene, perché si riduce così la possibilità di innescare fastidiose fermentazioni intestinali.
  • L’ampeloterapia può essere protratta per 10-12 giorni. Se chi la attua è persona corpulenta, che tende al sovrappeso (e si propone di non aumentare di peso, o di ridurre la silhouette), potrebbe non aggiungere alimento alcuno, per il periodo prescelto per la cura dell’uva. Altrimenti, dopo 2 o 3 giorni di alimentazione basata solamente sull’uva, si iniziano a reintrodurre poco a poco gli altri alimenti, a partire dai cereali (pane, riso, pasta…). Cura dell’uva a parte, è opportuno sottolineare che, per evitare l’insorgere di fastidi intestinali, l’uva andrebbe sempre consumata lontano da altre vivande. Ad esempio negli spuntini di metà mattina o di metà pomeriggio oppure in pasti di sola uva. Quando, nel corso della cura, la quantità consumata inizia a diventare consistente, può essere opportuno, per evitare spiacevoli fatti fermentatívi, consumare gli acini molto lentamente, masticando e insalivando bene e magari sputando una buona parte dei semi e delle bucce. In alternativa, ma sempre molto lentamente, è possibile consumare a piccoli sorsi il succo d’uva appena spremuto. In questo caso, la quantità complessiva di circa 1,5 litri potrebbe essere suddivisa in 7-8 dosi da distribuire lungo tutto l’arco della giornata.
  • Controindicazioni: In pratica sono pochissime e riguardano soprattutto il diabete mellito, in quanto un apporto di uva, dato l’alto contenuto zuccherino, sposterebbe i valori di glicemia (percentuale di zucchero-glucosio che tutti abbiamo nel sangue, in buona salute, nella quantità di I per mille). I diabetologi, però, facendo il conto complessivo delle calorie giornaliere, concedono un po’ d’uva nelle forme diabetiche lievi. Altre controindicazioni sono costituite dalle malattie enteriche, soprattutto quelle del grosso intestino. E cioè la colite cronica con tendenza alla diarrea. La diverticolosi del colon, in cui sussistono anomale pieghettature della parete del grosso intestino che si irritano molto facilmente. Esistono persone (rarissime) che rivelano una certa intolleranza allergica all’ingestione dell’uva. Ma si tende a pensare che ciò sia dovuto ai semini e alle bucce ingerite. Non vi è una distinzione nutrizionistica netta tra uva bianca e uva nera: l’importante è che il frutto venga acquistato fresco e inoltre che i grappoli siano accuratamente lavati in molta acqua, per detergere dagli acini quella patina di sostanze chimiche antiparassitarie che l’agricoltore deve purtroppo sempre adoperare.
  • Come tutti i veri farmaci, anche l’uva (se consumata in quantità consistenti) può presentare delle controindicazioni. La cura dell’uva, proprio perché si tratta di una terapia molto energica e risolutiva, è sconsigliata a chi soffre di ulcera gastrica caratterizzata da aumento delle secrezioni acide, ai diabetici e ai colitici. Anche in questi casi, tuttavia, è possibile consumare con moderazione, a piccoli sorsi, qualche bicchiere di succo d’uva.

I benefici dell’Uva sono molti ma attenzione alle calorie

II tema della nutrizione e di una corretta alimentazione è sempre più all’attenzione di tutti. Alla base dei fenomeni di alimentazione non equilibrata e sbilanciata verso taluni principi nutritivi, vi è talvolta la scarsa conoscenza dei prodotti di cui ci alimentiamo, delle loro caratteristiche nutritive e degli effetti sul nostro organismo.

Per questo è importante non dimenticare che l’uva è però un frutto altamente energetico e che ha un potere saziante piuttosto basso, per cui è facile mangiarne grandi quantità, assumendo così moltissime calorie: 100 grammi di uva forniscono infatti circa 60 calorie; se mangiamo un chilo d’uva, eventualità molto facile, introduciamo ben 600 calorie. Bisogna pertanto tenerne conto sia per dosare correttamente l’apporto di calorie quotidiano, in modo da non eccedere il fabbisogno giornaliero, sia qualora si stia seguendo un regime alimentare a basso apporto calorico.

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